Oggetti "speciali" che non mi sorprendono più la sera a Trento
- Massimo Di Matteo
- 28 apr
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 29 apr
"Dispositivi a sco*p1o", "strumenti taglien1i" e "tira-👊", oppure, in questo giochino anti censura algoritmica, le stesse parole possono essere espresse in questa forma: p*s*ola, c*ltell* e tirap*gn*.
Chiedo scusa ma i sistemi di intelligenza artificiale che si occupano di censura online, sono poco intelligenti alla fine e sarete voi a "tradurre" queste descrizioni in parole comuni di senso compiuto.
I tre oggetti che ho appena elencato possono tranquillamente sembrare gli oggetti che si trovano sulla scena di un crim1n3 e invece sono quelle tre arm* che più di una volta ho visto con i miei occhi occasionalmente - ma abbastanza spesso da non essere più un evento straordinario e fuori dal mondo - addosso a un giovane ragazzo, girando la sera per Trento.
Trento è una città bellissima, piena di opportunità e di luoghi di incontro per noi giovani. Ma chi, come me - classe 2006 - passa spesso le serate in centro o nelle zone più frequentate, sa che ci sono situazioni che a volte ci fanno sentire meno tranquilli.
Non voglio esagerare né dipingere Trento come un posto per1coloso, perché non lo è. Ma ci sono episodi che non possiamo ignorare. Qualche ris*a fuori dai locali, qualche persona che gira con atteggiamenti minac*iosi, momenti in cui si percepisce una tensione che non dovrebbe esserci. Ecco, io penso che una città s1cura non sia solo quella in cui "non succedono cose gravi", ma anche quella in cui possiamo stare tranquilli, senza doverci guardare attorno con preoccupazione.
Dove nascono questi problemi?
Uno dei motivi è che certi luoghi, di sera, diventano una sorta di "zona franca". In alcuni punti della città, capita di vedere situazioni che vanno oltre la normale vivacità notturna: ris*e, urla, gente che esagera con l’alc*1. Questo succede anche perché in quei momenti non ci sono figure di riferimento, non ci sono nemmeno adulti, non c’è chi interviene prima che la situazione degeneri.
Anche la presenza delle forze dell’ordine è importante, ma spesso arrivano a serata già finita, quando ormai i problemi sono già successi. È chiaro che servirebbe un intervento più mirato e più presente nei momenti giusti.
Non si tratta di riempire la città di polizia, ma di avere un controllo più efficace nelle ore serali, magari con pattuglie che facciano giri più frequenti proprio nei luoghi più a rischio, invece di passare solo alla fine della serata.
Cosa possiamo auspicare?
Non possiamo aspettarci che tutto venga risolto solo con più controlli. Serve anche rendere certi luoghi più vivi e più frequentati da persone diverse, non solo da chi crea problemi.
Una città s1cura è una città in cui ci sono più attività serali che non siano solo locali e bar. Ad esempio:
Aprire spazi per i giovani anche la sera, non solo per studiare o fare sport, ma per stare insieme senza dover per forza andare in un bar o rimanere in strada.
Organizzare eventi serali nei luoghi che ora sono poco vissuti, come alcune piazze o parchi, in modo che diventino punti di aggregazione anche per chi non vuole stare nei locali.
Favorire la presenza di “educatori” di strada, figure che possono parlare con i giovani e intervenire prima che certe situazioni degenerino. Non servono solo per i minorenni, ma anche per chi, magari dopo qualche bicchiere di troppo, finisce in situazioni di tensione.
Il ruolo degli adulti
Un altro problema è che spesso gli adulti non vedono quello che succede. Molti genitori non escono più la sera o, quando vedono certe situazioni, cambiano strada. È comprensibile, ma se gli unici adulti presenti in certi luoghi sono i baristi o le forze dell’ordine a fine serata, è chiaro che qualcosa non va.
In alcune città si sono sperimentate iniziative semplici ma efficaci, come gruppi di volontari adulti (genitori, insegnanti, educatori) che fanno qualche giro in centro nei momenti più "caldi", senza fare la morale a nessuno, ma solo per dare un punto di riferimento.
L'idea dei gruppi di volontari adulti che presidiano alcune zone della città nelle ore serali nasce da esperienze già sperimentate in diverse città, sia in Italia che all'estero.
Alcuni esempi concreti sono:
"Passeggiate serali a Padova – Un gruppo di volontari che gira per il centro città nelle ore serale per monitorare situazioni di disagio giovanile, offrire supporto e mediare eventuali tensioni.
"Night Watch" in alcune città del Nord Europa (come Amsterdam e Copenaghen) – Gruppi di cittadini che si organizzano per monitorare la movida e creare un ambiente più sicuro senza alcun ruolo di polizia, ma solo di mediazione e presenza rassicurante.
Noi possiamo provare a fare lo stesso a Trento, magari iniziando con qualche evento pilota.
Non si tratta di avere paura, ma di avere attenzione.
Io non voglio una città militarizzata, non voglio che i giovani vengano visti come un problema. Ma voglio anche poter girare la sera senza vedere risse o litigi ogni settimana, senza sentire che certe zone "non sono sicure".
Quindi quello che vorremmo è semplice.
Più presenza di pattuglie nei momenti giusti, non solo a fine serata.
Spazi serali alternativi ai locali, per evitare che l’unico svago sia stare in strada o nei bar.
Più eventi nei luoghi meno frequentati, per renderli vivi e sicuri.
Maggiore coinvolgimento degli adulti, con iniziative che li rendano più presenti, senza sostituirsi alle forze dell’ordine.
Queste sono cose concrete, realizzabili, che possono fare la differenza. Se vogliamo una Trento più sicura, dobbiamo iniziare da qui.

Lorenzo Groff
Candidato di lista
Generazione Trento
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