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Rifiuti a Trento: perché l'inceneritore non è la soluzione ideale e quali sono le alternative

  • Immagine del redattore: Massimo Di Matteo
    Massimo Di Matteo
  • 21 gen
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 31 gen

Esaminiamo criticamente l'opzione dell'inceneritore e presentiamo alternative praticabili che tutelano l'ambiente e la salute dei cittadini.


Vista aerea discarica Ischia Podetti

Proponiamo qui un’analisi, più tecnica che politica, nella speranza di dare anche una visione non solo politica alla vicenda della gestione dei rifiuti. Sinteticamente e con vocaboli facilmente comprensibili.


Considerando che sta prendendo piede, da chi governa la provincia, forte della titubanza di chi governa la città di Trento, che un giorno dice e un altro dice Forse, alla costruzione di un inceneritore, da candidati alla guida della città con la lista di Geat Generazione Trento, proponiamo una seria analisi tecnica, con una strada da percorrere che sia alternativa e risolutiva, rispettando l’ambiente e, soprattutto, a tutela della salute di tutti.


Qui un’analisi per punti che vi proponiamo, con serietà:

1.     L’inceneritore è una macchina che nasce ESCLUSIVAMENTE per ridurre il volume dei rifiuti, non per eliminarli; è bene ricordarlo questo, perché per una nota legge fisica (Lavoisier:” in una reazione chimica, che avviene in un sistema chiuso, la somma delle masse dei reagenti è uguale alla somma delle masse dei prodotti) viene sancito che “nulla si crea e nulla si distrugge”; definito questo è importante capire che incenerendo i rifiuti noi ne riduciamo soltanto il volume, trasformando parte di essi in energia termica ed elettrica, con un residuo rimanente di rifiuti definiti “pericolosi” che andrebbero conferiti in discariche speciali, che in Trentino non abbiamo; quindi tale conferimento avverrebbe ugualmente in altri luoghi, con discariche per rifiuti speciali.


2.     L’energia termica prodotta dall’incenerimento di circa 68.000 tonnellate di residuo (dato attuale), non sarebbe sfruttabile a Trento, poiché manca una rete di teleriscaldamento e costruirla implicherebbe un investimento enorme, oltre ad un disagio di opere di scavi e reinterri che metterebbero in crisi la città, già fortemente provata da altri fattori in questo periodo.


3.     L’energia elettrica prodotta da tali volumi sarebbe ininfluente e irrilevante, poiché il rendimento elettrico di un inceneritore si aggira intorno al 25%; comprensibile che le perdite di produzione sono altissime (75%) e quindi non è sicuramente una macchina vantaggiosa sotto questo profilo.


4.     Tecnicamente parlando un inceneritore è “economicamente” conveniente se le quantità di rifiuti sono molto elevate, così da compensare le perdite di trasformazione in energia termica ed elettrica e così da giustificare la gestione del residuo pericoloso; in sostanza per mantenersi economicamente una macchina di questo tipo deve avere grandi volumi per garantire introiti dalla quota di conferimento e dalle conversioni energetiche soddisfacenti perché il sito produttivo stia in piedi.


Discarica Ischia Podetti a Trento
Discarica Ischia Podetti a Trento

Dopo questa sintesi tecnica, veniamo alle possibili alternative:

·        Processo di gassificazione: questo sistema non è una novità, come molti erroneamente credono, bensì è un ambito molto diffuso nella gestione di riduzione dei rifiuti; solo che è stato sempre utilizzato su mono prodotti e non su residui complessi come, appunto, il rimanente della nostra raccolta differenziata; tuttavia, esistono percorsi innovativi che stanno prendendo piede. Per esempio, ci sono aziende che stanno investendo su tale tecnologia, mirando a piccoli macchinari, che comunque non hanno processi di combustione e quindi non determinano le emissioni in aria di un inceneritore;


·        Processo di trattamento meccanico-biologico: questo processo prevede l’ulteriore differenziazione del rifiuto residuo, con macchinari che selezionano ciò che rimane nel residuo come componenti metallici, usando deferizzatori (magneti che attirano le parti metalliche che poi vengono separate), abbinati a sensori particolari che riescono a identificare rifiuti residui composti da carta o plastiche; questo sistema non ha alcuna emissione e garantirebbe un recupero di materiali che ridurrebbe fino al 50% le famose 68.000 tonnellate di residuo che abbiamo. Inoltre, pochi sanno che abbiamo già un sistema di trattamento meccanico-biologico attivo a Rovereto, poco sfruttato; basterebbe incentivare e adeguare tale stabilimento per ottenere risultati a impatto zero!


Riassumendo, un inceneritore in Trentino è una scelta assurda e tecnicamente, nonché economicamente, insostenibile e fuori luogo. La soluzione migliore avviene da una procedura molto semplice:


  • Miglioramento della qualità della raccolta differenziata

  • Trattamento meccanico- biologico del residuo (68.000 TON) RIQUALIFICANDO l’impianto già esistente e che viene tenuto occultato (chissà perché?)

  • Residuo rimanente: su questo tema, ricordando che parleremmo di un residuo ininfluente sotto il profilo dell’interesse per un inceneritore, si potrebbe avviare una seria sperimentazione che veda una partnership con la nostra università e con quelle aziende che stanno mettendo in essere tecnologie innovative; ad esempio, si potrebbe dare l’incarico per un anno sperimentale all’università di Trento per provare tecnologie innovative come la gassificazione e poi usare i dati per decidere se sia una tecnologia sufficientemente matura da mettere a regime.


Una cosa è certa e matematica: i numeri attuali di residuo indifferenziato non sono tali da giustificare la scelta di un inceneritore, che rimane una macchina inquinante, diseconomica con tali numeri da gestire.


Non abbiamo volutamente toccato l’aspetto ambientale, volendo proporre solo un’analisi puramente tecnica; ma anche su questo tema è necessario valutare bene tale percorso, perché pur nei limiti di legge, l’incenerimento di rifiuti è causa di emissioni di diossine e polveri sottili, che andrebbero ad aggravare una situazione ambientale non ottimale in molti periodi di alto traffico nella piana dell’Adige.


Marco Ianes – Candidato di lista Generazione Trento


Marco Ianes
Marco Ianes

 

Qualche dato statistico

  • In Italia, solo il 55% dei rifiuti urbani viene avviato al riciclo, mentre il 22% finisce ancora in discarica (Fonte: ISPRA, Rapporto Rifiuti Urbani 2023).

  • Gli impianti di incenerimento emettono in media 500 grammi di CO2 per ogni chilogrammo di rifiuto trattato, contribuendo all’inquinamento atmosferico (Fonte: European Environmental Agency, 2022).

  • A Trento, il livello di PM10 nell’aria supera i limiti stabiliti dall’OMS per oltre 40 giorni all’anno, con impatti significativi sulla salute pubblica (Fonte: ARPA Trentino, 2023).

  • Nei comuni italiani che hanno adottato tecnologie TMB, il tasso di rifiuti inviati in discarica è sceso del 30% in cinque anni (Fonte: Legambiente, 2023).

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