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Barriere architettoniche a Trento: un ritardo che non possiamo più ignorare

  • Immagine del redattore: claudio geat
    claudio geat
  • 12 gen
  • Tempo di lettura: 2 min

La mobilità sostenibile e inclusiva non può prescindere dal rispetto della dignità e dei diritti di tutti i cittadini. A Trento, le barriere architettoniche rappresentano ancora oggi un ostacolo significativo per molte persone, un problema che, a distanza di oltre trent’anni dall’introduzione della legge-quadro 104/1992, attende risposte adeguate e tempestive.


Una questione di diritti

La legge 104 del 1992, che richiedeva l’adozione dei PEBA (Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche), aveva l’obiettivo di garantire a tutte le persone, incluse quelle con disabilità, la libertà di movimento e partecipazione alla vita sociale. Tuttavia, il ritardo accumulato nella sua applicazione è impressionante: nella sola Circoscrizione di Gardolo si contano oltre 1.000 barriere censite. E sommando le altre circoscrizioni, il numero di ostacoli si rivela una "montagna impressionante".


Le sfide della mobilità inclusiva

Mentre si discute di grandi opere come Nordus, Supertrento o hub intermodali, si rischia di ignorare un aspetto fondamentale: l'accessibilità. La rimozione delle barriere architettoniche non è solo una questione tecnica, ma anche culturale. Come sottolineato, spesso gli interventi di rimozione risultano approssimativi o inadeguati, peggiorando anziché risolvere il problema.


Alcuni esempi di criticità:


  • Mancata adeguatezza dei percorsi pedonali e dei trasporti pubblici.

  • Risorse insufficienti: interventi come lo sbarrieramento dei marciapiedi, previsti per 630.000€, non possono bastare a fronte della vastità del problema.

  • Tempistiche incerte: il ricorso al PNRR per finanziare interventi essenziali ha portato ulteriori ritardi, aggravando il senso di abbandono percepito dai cittadini.


Le nostre proposte per Trento


  1. Pianificazione strategica: definire un piano chiaro e dettagliato per l’eliminazione delle barriere architettoniche, con priorità e tempistiche precise.


  2. Interventi qualitativi: garantire che ogni rimozione di barriere sia eseguita secondo standard moderni e realmente inclusivi.


  3. Formazione del personale tecnico: prevedere corsi obbligatori per i tecnici comunali, aggiornati sulle soluzioni più efficaci e inclusive disponibili.


  4. Coinvolgimento dei cittadini: promuovere segnalazioni capillari delle barriere ancora presenti, integrandole nel PEBA comunale.


  5. Trasparenza sui fondi: allocare risorse specifiche e sufficienti, con aggiornamenti periodici sullo stato degli interventi.



Il censimento delle barriere: una realtà sconfortante

La cartografia disponibile sul sito del Comune di Trento (consultabile qui) evidenzia una realtà preoccupante. I numerosi ostacoli presenti, rappresentati da linee e bollini rossi, indicano quanto ci sia ancora da fare per rendere la città accessibile e fruibile per tutti.


La mobilità come diritto universale

Non possiamo parlare di mobilità sostenibile senza includere nel discorso l’accessibilità per tutti. Le grandi opere, seppur importanti, non devono oscurare i diritti di chi ogni giorno si trova a dover superare ostacoli fisici e culturali. Una città inclusiva è una città che mette al centro la dignità e la partecipazione di ogni individuo.


Partecipa al cambiamento

Contribuisci al miglioramento della città segnalando le barriere architettoniche nella tua zona e sostenendo le proposte per una Trento realmente inclusiva. Ogni azione conta per costruire un futuro più accessibile per tutti.


 

Qualche dato statistico

  • 1.000 barriere censite solo nella Circoscrizione di Gardolo (Fonte: Comune di Trento, 2023).

  • 630.000€ di risorse stanziate per interventi di sbarrieramento a Trento, insufficienti rispetto alla vastità del problema (Fonte: Comune di Trento, 2023).

  • 32 anni di ritardo nell'applicazione dei PEBA rispetto a quanto previsto dalla legge 104/1992 (Fonte: Ministero delle Infrastrutture).

  • Gli interventi di sbarrieramento ben pianificati migliorano del 40% la mobilità delle persone con disabilità (Fonte: WHO, 2022).

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