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Discorso di Claudio Geat di denuncia contro l'operato dell'Amministrazione Ianeselli e annuncio della propria candidatura a sindaco. Conferenza stampa 26 Ottobre 2024.

  • Immagine del redattore: claudio geat
    claudio geat
  • 29 nov 2024
  • Tempo di lettura: 11 min

Aggiornamento: 17 gen


DISCORSO INTEGRALE di Claudio Geat

Conferenza Stampa pubblica | Trento 26 Ottobre 2024


Dovete sapere che sono un discreto camminatore, per via delle mie escursioni in montagna qui intorno Trento e, anche, un appassionato di storia, cioè mi interessano le azioni, che persone nate e vissute prima di me, sono riuscite a mettere in pratica, o non riuscendoci affatto, seguendo …una idea.

 

Questa premessa è fondamentale da condividere con voi, perché negli ultimi dieci anni, come sapete, mi sono occupato di politica, cioè di amministrazione, di gestione degli interessi della comunità, con l’incarico di presidente della Circoscrizione Centro Storico Piedicastello - quartiere dove vivo -, operando all’interno del Partito Democratico.

 

Le mie caratteristiche personali, appunto di camminatore e di osservatore degli eventi, hanno, come dire, favorito la mia… ‘consapevolezza’ di quello che mi stesse accadendo intorno.

Quindi, il tran-tran della quotidianità, degli impegni, dei ritmi di vita all’interno dell’amministrazione di questa città a livello di quartiere, fatta anche di burocrazia, di discussioni, di confronti con i vari livelli delle istituzioni, e di delibere, non mi hanno tolto la lucidità di capire cosa stesse avvenendo intorno a me.

 

E quello che vi propongo questa mattina è, come dire, una “passeggiata di consapevolezza” su quanto è avvenuto e sta avvenendo qui a Trento.

 

Prima di tutto, vi dico che qualche settimana fa pensando al futuro elettorale, avevo un sentimento che maturava: mi stava passando la voglia di andare a votare. È un sentimento che riguarda molti miei concittadini di Trento. E quando succede, perché avviene questa sorta di disaffezione, malessere, disgusto?

Avviene quando sappiamo che qualsiasi nostro sforzo, nostra idea, nostra azione concreta per migliorare una situazione, viene sistematicamente ostacolata, inascoltata, disattesa.

E io non sono un cittadino fuori dalle istituzioni. Io sono un cittadino dentro le istituzioni, dentro un partito. E tuttavia ho provato lo stesso disgusto che molti trentini conoscono da tempo.

 

Oh, se li capisco!

  

Ho visto… Ho visto l’attuale sindaco Ianeselli agire come se fosse un promotore di affari qualsiasi, inebriato dai promessi fondi europei del PNRR. E visto che i soldi sul tavolo erano tanti da far gola ai soliti grandi nomi delle costruzioni e delle infrastrutture, legati alla realizzazione del bypass ferroviario, ho visto come è facile per lui passare sopra la testa degli interessi della gente che vive e lavora a Trento, di coloro a cui hanno abbattuto la casa o il vigneto perché sul tracciato dell’opera, di coloro che si troveranno per anni e anni a vivere vicino ai cantieri respirando aria malsana, subendo la tortura dei rumori e delle vibrazioni quotidiane, di coloro che saranno esposti a sostanze nocive, perché, purtroppo, laddove si vogliono realizzare questi lavori, le terre sono altamente inquinate e smuoverle, spostarle e manipolarle crea un rischio per la salute di chi ci abita.

E i fondi europei del PNRR, forse grazie anche all’intervento dei comitati cittadini spontanei presso l’Unione Europea, non ci sono più, sono stati ritirati. Ma gli interessi legati semplicemente ai soldi e agli affari non hanno indietreggiato. Possono pagare semmai direttamente i cittadini questo grande affare con l’introduzione di nuove tasse.

 

·       Ho visto la nomina dell’assessore alla mobilità Facchin, - guarda caso ex collaboratore di RFI, che già si occupava del coordinamento in qualità di commissario governativo per le opere legate al tunnel del Brennero e del coordinamento del gruppo di studio della fattibilità del progetto della circonvallazione ferroviaria di Trento -, diventare controllore per il comune di un progetto già da lui stesso proposto.

 

·       Ho visto come si può approvare un progetto senza chiedersi prima se i terreni reggeranno all’impatto, se le acque sottostanti non subiranno infiltrazioni, se le sostanze contenute nei terreni inquinati dalle vecchie industrie chimiche, che si trovavano lì decenni prima, non avessero conseguenze sulla salute delle persone, se non fosse necessaria una bonifica preventiva delle aree interessante. Ho visto come tutti questi rischi rappresentassero solo un ostacolo all’obiettivo di portare soldi, perché ogni rischio e ogni soluzione per risolvere questi punti, avrebbe rappresentato soltanto un ostacolo per queste persone. Per forza, già solo la bonifica delle aree, richiederebbe anni e questo comporterebbe troppi ritardi per gli affari in essere.

 

·       Ho visto che, quando si hanno le idee chiare sui soldi, non è interessante valutare se un’opera è realmente utile, se davvero porta un vantaggio alla città, se ci siano alternative più intelligenti e meno disastrose, se si va a favorire una parte dei cittadini e a sfavorirne un’altra creando persone di seria A e persone di serie B.

 

·       Ho visto come il giardino di un asilo si è rivelato inquinato e che invece di preoccuparsi della salute di quei bambini che negli anni passati avevano lì giocato - magari sviluppando oggi malattie anche mortali -, non ha interessato né Ianeselli, né questa amministrazione. Perché semmai si facesse una verifica sulla salute di quelli che oggi sono adulti, ma che lì da bambini vivevano la loro infanzia, potrebbero emergere importanti responsabilità. Meglio parlare soltanto dei bambini che attualmente si sono trovati esposti, perché, tanto, le malattie dovute all’inquinamento, non compaiono il giorno dopo l’esposizione, ma richiedono anni ed è più facile così far dimenticare il problema e i suoi responsabili.

 

·       Ho visto come si possono ignorare gli interessi delle persone che vivono a Villazzano, sulla Marzola. Lì, sappiamo che c’è una paleofrana, una antica frana, ora apparentemente stabile, che rappresenta però un potenziale rischio per i centri abitati che si trovano   sopra. Sappiamo che, soprattutto a seguito delle piogge intense e del cambiamento climatico in atto e degli eventi meteorologici estremi, quella massa potrebbe venire giù. Sappiamo che occorrono fondi importanti per il monitoraggio di quelle aree e di interventi di manutenzione continui e di costanti investimenti che in questo caso sarebbero sì utili e necessari. Ma questa amministrazione ha preferito dirottarsi su altre opere “magnifiche”, dalla dubbia utilità, e magari provvedendo soltanto a redigere “programmi di sensibilizzazione” per informare i residenti delle zone a rischio sui comportamenti da adottare in caso di emergenza e sull’importanza di segnalare eventuali anomalie, nonché i consueti “piani di emergenza”, ovvero: carta, carta e carta senza la concretezza delle soluzioni reali.

 

·       Ho visto votare a favore della realizzazione della funivia del Bondone, totalmente a carico pubblico, senza alcun programma di revisione dell’assetto della montagna storica di Trento, ormai sede di impianti sciistici superati e spesso privi di neve. Quando chiesi spiegazioni, mi risposero che non si poteva votare contro, perché era un’iniziativa che Ianeselli voleva, confermando questa sudditanza incondizionata che toglie lucidità e dialogo, e che favorisce quelle opere che favoriscono soltanto il marketing di Ianeselli. Opere senza utilità, …senza neve! Ma che sono facili da far memorizzare al grande pubblico.

 

·       Ho visto come - nonostante la mia formazione di ingegnere, sulla quale ho spesso basato le mie interrogazioni, le mie valutazioni dei rischi, le mie richieste di tutele e garanzie nella realizzazione dei lavori -, siano state sistematicamente edulcorate grazie all’opera di alcuni diligenti consiglieri del Partito Democratico, che si sono adoperati per correggere, modificare, adattare i miei documenti al fine di renderli quasi innocui. La motivazione era che non era “opportuno” sollevare problemi “delicati” con l’avvicinamento delle elezioni comunali.

 

·       Ho visto come il Partito Democratico si è appiattito sulle posizioni dell’attuale sindaco Ianeselli. Che, ricordo a tutti noi, egli non è un membro del PD. Ma quando un partito non è in grado di produrre un proprio esponente di qualità al proprio interno, ovvio che si siano inginocchiati a un nome che gli permettesse in qualche modo di esistere all’interno dell’amministrazione. Quindi, un uomo apparentemente più forte perché non ha legami con il PD, ma di cui il PD ha bisogno altrimenti non avrebbe nulla da proporre. E questo probabilmente va a giustificare perché non ci sia contraddittorio, non ci sia discussione democratica, non ci sia confronto sulle idee e le proposte. Ma soltanto sostegno incondizionato a qualsiasi interesse quest’uomo abbia in testa. E io che immagino un sindaco al servizio della città, vedo una città che rischia di essere al servizio del sindaco.

 

·       Ho visto come questa amministrazione vuole, si dice, “valorizzare il territorio” e le sue anime circoscrizionali, con i suoi quartieri specifici. Sulla carta si parlava di grande presenza e coinvolgimento, salvo invece andare a chiudere la maggior parte degli sportelli delle circoscrizioni ed eliminando, quindi, la possibilità di avere un contatto diretto con le necessità e i bisogni dei singoli quartieri.

 

·       Ho visto come un partito va in putrefazione quando le cellule e gli organi al suo interno non dialogano più tra loro, non stimolano più la linfa vitale delle idee. Il corpo si ammala, si rischia di essere contagiosi anche per chi fa di tutto per rimanere sano. Quando soltanto un uomo, addirittura esterno al partito, decide tutto da solo e per chissà quali interessi di parte, qualcosa di tragico è già avvenuto.

 

E su questi punti, dove ho sperimentato disaffezione, malessere, disgusto, a gennaio di quest’anno io non ho rinnovato la tessera del PD.

 

  • Non ho più fiducia in Ianeselli.

  • Non ho fiducia nelle persone del PD che fanno da cortigiani accondiscendenti a favore dello spegnimento del proprio cervello.


E a questo punto, ho valutato dentro di me, durante quelle passeggiate di riflessione con la mia nipotina di due anni in montagna, osservando quello che mi avveniva intorno, e poi tirando le somme, che forse non avevo più voglia di andare a votare neanche io?! Che non avevo più desiderio di essere in quell’ambiente menefreghista dei bisogni delle persone che vivono nella nostra città?! Che non avevo più lo stimolo a stringere la mano a chi è diventato come un promotore di affari e non un tutore attento delle esigenze degli studenti e dei giovani, che una casa la vedono come una chimera. Non un tutore attento per quelli che a fine mese non ci arrivano più, per quelli convolti dalla povertà che cresce anche a Trento, non un tutore attento della sicurezza che i nostri negozianti di vicinato e le famiglie sentono sempre più fortemente in pericolo…

Se non cambia nulla, se nonostante gli sforzi e la buona volontà non si ha la possibilità di cambiare niente, che importanza ha andare a votare?!

 ___ 

 

Non andare a votare è riconoscere la propria solitudine e la propria incapacità di poter fare qualcosa.

 

Ebbene, anche in questo caso la consapevolezza aiuta: io non sono solo.

E sono anche circondato da molte persone che hanno una diversa idea della gestione della cosa pubblica, una diversa idea degli interessi da portare avanti, una diversa idea di Trento come città che cresce economicamente, e socialmente.

 

Fin qui, vi ho parlato dei miei sentimenti e delle mie valutazioni in qualità di Presidente della Circoscrizione Centro Storico Piedicastello.

 

Ma da questo momento, per le ragioni che vi ho appena condiviso, tirate le somme, valutata la forza dei sentimenti e del potenziale delle idee che siamo in grado di esprimere, oggi annuncio pubblicamente:

 

·       le mie dimissioni da Presidente della circoscrizione

·       la costituzione di un nuovo soggetto politico

·       e la mia candidatura a sindaco, partecipando alle prossime amministrative del 4 maggio 2025.

 

Si tratta di una lista civica che non ha colore politico, non è legata ai partiti nazionali e che vuole dare voce a chi oggi non si rappresenta in questa amministrazione che ha fortemente deluso le aspettative.

Non abbiamo bisogno di colori, né di destra, né di sinistra, né di centro. Abbiamo le idee e l’esperienza e con queste ci batteremo per difendere le aspettative delle persone ancora “spiritualmente sane”. Perché chi non vota è una persona spiritualmente sana a cui è stato fatto un grave torto: quello di togliergli la voglia e il desiderio di credere in una vita concretamente migliore, ora.

 

Nel nostro gruppo vi sono persone di tutte le estrazioni politiche. E questo è un arricchimento, perché non ci scontriamo sulle posizioni ideologiche ma ci confrontiamo sul buon senso delle cose da fare.

 

Abbiamo degli obiettivi che si basano su valori molto semplici:

 

1)     Le grandi opere non devono togliere risorse alle piccole opere: perché è inutile costruire una funivia che porta a una montagna senza neanche un impianto sciistico decente su una montagna dove chissà se ci sarà ancora neve, e magari trascurare il rifacimento di strade, di marciapiedi, di parchi e di vie pedonali dei nostri quartieri, spesso nei più periferici.

Vedete, pensare alla città come a un insieme di circoscrizioni è una buona cosa e qui porto la mia esperienza nella Circoscrizione centro storico Piedicastello, dove per esempio abbiamo realizzato la pedonalizzazione di via San Martino che ha portato benessere da un punto di vista ambientale e sociale, perché la gente apprezza poter fare una passeggiata in sicurezza e senza gli scarichi delle automobili. Ma molto c’è da fare anche dal punto di vista economico, perché alla gente piace poter passeggiare, andare in bici e magari fermarsi nei negozi e nei locali, se ne ha la possibilità. E noi dobbiamo fare di più per far vivere i centri storici che rischiano l’abbandono dalla vitalità. Ogni quartiere dovrebbe avere un’oasi in cui vivere e stare bene a Trento.

Siamo favorevoli alle grandi opere; senza trascurare le piccole. E per qualsiasi opera vogliamo che sia stabilito, nero su bianco, che queste devono essere sostenibili, utili, con un vantaggio per tutta la collettività, garantendo sicurezza ambientale e sociale. Se così non fosse, quell’opera non va fatta. Quindi, sì, anche noi siamo a favore degli affari e della crescita economica e ci faremo promotori del progresso in questo senso. Ma siamo a favore solo degli affari realizzati nel rispetto delle persone e dell’ambiente.

 

2)       Ma è inutile pensare alla sola bellezza dell’ambiente e alla cura dell’urbanistica se poi le famiglie e gli studenti hanno problemi a trovare una casa. E non possiamo pensare di cementificare qualsiasi cosa perché è facile, su questa necessità delle persone, favorire i grandi gruppi e potentati economici e finanziari. Abbiamo tantissimo da recuperare in termini di immobili abbandonati o in degrado. Il settore edilizio non perderebbe nulla. Ma recuperare ciò che c’è ha più senso, in termini prioritari, che costruire su nuove aree, impattando sui servizi e sull’ambiente. Tante volte abbiamo sentito proclamare tale principio, per noi è una priorità.

 

3)       Abbiamo il problema del traffico sempre più congestionato, ma la mobilità sostenibile o la mobilità dolce sono ancora troppo poco sviluppate. E possiamo dire che mancano i fondi? No, visto che vediamo milioni sperperati in opere non così utili per la collettività. Abbiamo innumerevoli esempi di città piccole o grandi e con centri storici importanti dove, tuttavia, si è riusciti a combinare bene i bisogni di chi vuole passeggiare, di chi vuole andare in bici o in monopattino, e anche di chi vuole prendere l’auto, soprattutto nelle periferie dove i servizi sono meno efficienti e frequenti.

 

4)      Abbiamo il problema di una parte dei nostri giovani che sono malati e hanno scelto la droga come appiglio. Sono ragazzi e ragazze con dietro famiglie che stanno soffrendo. Qui vogliamo che i servizi comunali e della sanità pubblica collaborino per intraprendere percorsi di recupero. Non possiamo occuparci solo della parte repressiva, assolutamente carente, ma che, in genere, vuol dire solo spostare lo spaccio da una zona ormai troppo visibile a un’altra zona più nascosta e che disturbi meno la collettività. Dobbiamo occuparci del problema con gli educatori e i medici e anche con le attività produttive, con le quali possiamo creare progetti e laboratori per rianimare questa crisi di valori, di disillusione e di autolesionismo giovanile. Mentre con la polizia locale una presenza più diffusa ci permetterebbe, finalmente, la prevenzione, il controllo e la sicurezza.

 

5)       Desideriamo che sulla sicurezza vi sia un rapporto più stabile anche con la Questura, che al momento non vede una proiezione di continuità, visto che la posizione di questore nella nostra città, storicamente, non arriva a cinque anni. Come possiamo intavolare un progetto che abbia senso? Il Comune deve far valere maggiormente i propri interessi nella relazione con le istituzioni nazionali e governative.

 

  

Questa lista civica si occuperà in questi giorni di redigere un programma insieme alle persone che vivono in questa città.

Parleremo con ciascuno dei cittadini che vorranno dirci come vorrebbero vivere in questa città.

____

 

Prima di ogni altra cosa, parleremo con le bambine e i bambini, che ci vivranno in questa città negli anni a venire.

Parleremo con gli anziani, che qui vogliono passare un tempo sereno e senza ostacoli e vogliono vedere risultati a breve scadenza.

Parleremo alle famiglie con figli, alle single e ai single sempre più in gran numero. Parleremo a chi un lavoro ce l’ha e a chi lo sta cercando.

Parleremo alle imprenditrici e agli imprenditori e ai capi di industria, perché sono i soggetti strategici che hanno sempre avuto uno sguardo sul futuro e un’attenzione speciale al progresso di questa città.

Parleremo alle persone, donne e uomini che, come me, stavano per perdere la voglia di fare ancora qualcosa. E, invece, con spirito sano, hanno ancora voglia di immaginare, di progettare, di realizzare… e di fare.

Per questa città dove magari ci siamo solo nati, ma dove, poi, abbiamo scelto di vivere.

 

Trento, 26 Ottobre 2024

Claudio Geat

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