Salvaguardare la Piana delle Viote
- Massimo Di Matteo
- 10 feb
- Tempo di lettura: 4 min
Perché dire no a un nuovo bacino di innevamento sul Monte Bondone e quali sono le soluzioni migliori per rispettare l'unicità del posto.
Marco Ianes, candidato di lista con Generazione Trento, nonché ambientalista ed esperto di energia e ambiente, ci porta alla scoperta della Piana delle Viote, uno splendido biotopo sul Monte Bondone, sopra la città di Trento. Un luogo unico, ricco di biodiversità, dove flora e fauna convivono in un equilibrio naturale prezioso e raro. Scopriamo in questo articolo perché è unico e raro. Tuttavia, questo angolo di natura rischia di essere compromesso da un progetto controverso: la costruzione di un bacino artificiale per l’innevamento.
Un progetto non sostenibile
Il nuovo bacino dovrebbe sorgere a 1.500 metri di altitudine, una quota critica considerando i cambiamenti climatici in corso. È ormai noto che la neve naturale sotto i 2.000 metri scarseggia sempre di più, rendendo progetti simili non solo insostenibili, ma anche poco lungimiranti. In passato, grazie a un’azione politica attenta, questo progetto era stato fermato, eliminandolo dal piano regolatore del Comune di Trento. Tuttavia, oggi i grandi interessi economici sono tornati alla carica per riproporlo.
La bellezza della Piana delle Viote
Guardando le immagini aeree del video che accompagna questo articolo, si può ammirare la straordinaria bellezza della Piana delle Viote. Questo biotopo naturale è un tesoro di biodiversità, popolato da specie vegetali e animali uniche. Deturpare un luogo del genere per costruire un nuovo bacino sarebbe una scelta che ci riporterebbe indietro, allontanandoci dai principi di uno sviluppo sostenibile e rispettoso dell’ambiente.
Un’alternativa già esiste
È importante sottolineare che un bacino di innevamento artificiale sul Monte Bondone esiste già. Si trova in località Mezzavia e fornisce l’acqua necessaria per l’innevamento delle piste. Piuttosto che costruirne uno nuovo, la proposta potrebbe essere quella di ampliare e ristrutturare il bacino esistente, migliorandone l’efficienza. Ad esempio, sarebbe possibile alimentare elettricamente le pompe con un sistema fotovoltaico, riducendo così l’impatto ambientale e promuovendo una vera sostenibilità.
Uno sviluppo sostenibile è possibile
Nessuno vuole impedire il giusto sviluppo delle attività economiche sul Monte Bondone. Anzi, uno sviluppo sostenibile è fondamentale per preservare l’equilibrio tra uomo e natura. Tuttavia, costruire un nuovo bacino sulla Piana delle Viote significherebbe mettere a rischio un ecosistema delicato e prezioso.
Diciamo no a scelte che appartengono al passato. La Piana delle Viote deve rimanere un simbolo di tutela ambientale e di rispetto per il nostro territorio. È qui che passa la vera innovazione: uno sviluppo sostenibile che non sacrifichi la bellezza e la ricchezza naturale che ci circondano.
Cosa c'è di unico e raro alle Viote
La Piana delle Viote, sul Monte Bondone, è un luogo di grande interesse naturalistico, sia per la biodiversità vegetale che per la fauna rara che ospita. Ecco alcuni aspetti unici:
Aspetti floristici 🌸
La Piana delle Viote è un biotopo protetto che si distingue per la presenza di praterie alpine e torbiere, ecosistemi estremamente fragili e rari in Italia. Le torbiere, in particolare, ospitano piante adattate a condizioni umide e acide, molte delle quali sono considerate specie relitte glaciali. Tra le piante più caratteristiche troviamo:
Drosera rotundifolia (pianta carnivora), una specie tipica delle torbiere.
Carex limosa e Sphagnum spp. (muschi delle torbiere), essenziali per il mantenimento dell’ecosistema.
Orchidee alpine rare, come l’Orchis maculata e la Dactylorhiza incarnata.
Gentiana verna e Anemone baldensis, fiori iconici dei prati alpini.
La varietà vegetale contribuisce a creare un habitat ideale per molte specie animali.
Aspetti faunistici 🦋
La fauna della Piana delle Viote è altrettanto ricca e include numerose specie protette, alcune delle quali trovano rifugio solo in ambienti simili.
Invertebrati:
Farfalle rare come la Parnassius apollo, considerata una specie simbolo delle Alpi.
Libellule delle torbiere, come la Leucorrhinia dubia.
Coleotteri endemici legati agli ambienti umidi.
Anfibi:
Tritone alpino (Ichthyosaura alpestris) e rane rosse (Rana temporaria), fondamentali indicatori ecologici.
Uccelli:
Gallo forcello (Tetrao tetrix), specie emblematica delle Alpi.
Averla piccola (Lanius collurio), che nidifica nelle praterie aperte.
Aquile reali, che sorvolano spesso la zona.
Mammiferi:
Lepre variabile (Lepus timidus), presente nelle praterie alpine.
Volpe e ermellino, adattati agli ambienti d’alta quota.
Un’oasi di biodiversità da proteggere
Questa varietà faunistica e floristica rende la Piana delle Viote un vero e proprio laboratorio naturale di biodiversità, oltre che un luogo di interesse per ricercatori, escursionisti e amanti della natura. L’equilibrio delicato di questo ecosistema rende però il biotopo estremamente vulnerabile a modifiche antropiche, come la costruzione di un bacino artificiale.
Qualche dato statistico
Diminuzione delle nevicate sotto i 2.000 metri: Uno studio coordinato da Eurac Research ha evidenziato che, tra il 1920 e il 2020, le nevicate sulle Alpi sono diminuite in media del 34%, con un calo più marcato nelle località al di sotto dei 2.000 metri e sul versante meridionale, che include il Trentino.
(Fonte: ilDolomiti del 3 dicembre 2024)
Proiezioni future preoccupanti: Secondo proiezioni climatiche, entro la fine del secolo, le condizioni della neve a 2.000 metri saranno simili a quelle attuali a 1.000-1.500 metri, indicando una significativa riduzione dell'innevamento naturale alle quote inferiori.
(Fonte: giornaledeltrentino del 14 marzo 2021)
Innevamento artificiale e consumo di risorse: Negli inverni dal 2007 al 2016, i sistemi di innevamento artificiale in Alto Adige hanno consumato tra il 6% e il 12% dell'acqua potabile annua e tra il 2,9% e il 5,4% dell'energia elettrica provinciale. Questo sottolinea l'elevato impatto ambientale ed economico dell'innevamento artificiale, soprattutto in un contesto di risorse idriche sempre più scarse.
(Fonte: giornaledeltrentino del 14 marzo 2021)
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