Bonifica all’asilo Piccolo Principe: da “nessun allarme” a 227mila euro di lavori
- Martina Margoni

- 16 set
- Tempo di lettura: 2 min

Due anni fa i genitori venivano rassicurati: «nessun pericolo per i bambini, massima sicurezza garantita».
Oggi invece – come riportano i quotidiani locali – il Comune stanzia 227.000 euro per bonificare a fondo i giardini del nido Orsetto Pandi e della materna Piccolo Principe.
La domanda sorge spontanea: cosa è cambiato?
Ieri: la rassicurazione
A settembre 2023, quando furono trovate tracce di idrocarburi nel terreno, la linea ufficiale fu chiara: episodio puntuale, forse legato a un piccolo sversamento.
L’assessora rassicurava: nessun rischio per i bambini.
La parola d’ordine era semplice: “tranquilli”.
Oggi: la bonifica
Secondo quanto riportato oggi dalla stampa locale, la realtà è ben diversa:
860 metri quadrati di giardino saranno scavati fino a 30 cm di profondità;
il terreno contaminato verrà rimosso e sostituito;
recinzioni, arredi e piantumazioni saranno rifatti;
la spesa prevista è di 227.000 euro.
Non una piccola precauzione, ma una vera e propria bonifica ambientale.
Le contraddizioni
E qui sta il nodo:
Se davvero non c’era alcun pericolo, perché oggi serve un intervento così radicale?
Le istituzioni sapevano già che il problema non era marginale?
O si è preferito minimizzare per evitare l’impatto mediatico, salvo poi correre ai ripari in silenzio?
In entrambi i casi, la conseguenza è la stessa: i cittadini non sono stati messi nelle condizioni di capire davvero la situazione.
La posizione di Generazione Trento
Per noi, la trasparenza viene prima delle rassicurazioni facili.
Quando si parla di salute, ambiente e soprattutto di bambini, la verità deve essere chiara da subito, anche se scomoda.
Chiediamo quindi:
la pubblicazione integrale di tutti i dati delle analisi, non solo sintesi tranquillizzanti;
una spiegazione chiara del passaggio da “nessun allarme” a “bonifica da 227mila euro”;
un cambio di metodo: non più comunicati che minimizzano, ma informazione completa e tempestiva.
I genitori – e tutta la città – hanno diritto di sapere davvero cosa c’è sotto i piedi dei nostri bambini.




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