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Maneggio di Montevaccino: servono garanzie, non solo deroghe

  • Immagine del redattore: Martina Margoni
    Martina Margoni
  • 26 set
  • Tempo di lettura: 2 min
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Il progetto di ampliamento del maneggio a Montevaccino presentato dall’azienda “Allevamento Tridentum di Fasanelli Federica” ed ora al vaglio del Consiglio comunale ha due facce: può diventare una risorsa sociale (spazi per giovani, attività sportive, ippoterapia, presidio di territorio) oppure, se lasciato senza paletti chiari, una porta aperta alla cementificazione e alla perdita di terreno agricolo di pregio, come accaduto per altri progetti analoghi.


Il nostro messaggio è semplice: sosteniamo le opportunità sociali, ma vogliamo garanzie vere per il territorio e per i cittadini.



Le criticità principali

  1. Area tutelata / agricola di pregio: la sottocommissione provinciale segnala che il contesto ha valore paesaggistico-ambientale e va trattato con attenzione.

  2. Scala dell’intervento sproporzionata: l’indice edificatorio verrà aumentato di 20 volte, in particolare l’azienda dispone già di 11.000 metri quadrati di superficie, ma si chiede di aumentare la superficie a 60.000 metri quadrati. Verrà costruito una stalla che in realtà è un “grattacielo sdraiato” di 60 metri per 20 di superficie, per 10,5 metri di altezza. Riteniamo che questo aumento non sia compatibile con l’attività dell’azienda, che impiega una sola persona nell’allevamento di 11 cavalli e 100 galline.

  3. Mancanza di chiarezza sulla natura dell’attività: la pratica è presentata come “azienda agricola” ma nella sostanza si tratta di un maneggio/società sportiva; la deroga al PRG prevista per aziende agricole non equivale automaticamente a permessi per attività che, di fatto, hanno diversa natura.

  4. Impatto urbanistico e su viabilità: si parla di aumento dei carichi urbanistici, parcheggi e accessi non adeguati; queste ricadute vanno valutate con studi concreti (traffico, impermeabilizzazione, gestione acque, ecc.).


Cosa chiediamo

Queste non sono “ostruzioni”: sono garanzie per il bene comune. Nella delibera chiediamo che vengano inseriti vincoli espliciti e non negoziabili:

  1. Divieto di cambio di destinazione d’uso

  2. Mantenimento della funzione agricola e sportiva

  3. Obbligo di ripristino dell’area a verde/agricolo in caso di cessazione dell’attività.

  4. Limiti chiari contro l’impermeabilizzazione e l’uso speculativo del suolo (aree permeabili, vincoli sulle cubature, materiali, ecc.).


Questi paletti tutelano cittadini e investitori: chi investe davvero nello sport e nella comunità non ha nulla da temere da regole chiare. Ciò è stato ribadito anche dagli interventi in aula dei consiglieri Claudio Geat (video qui) e Martina Margoni (video qui).


In sintesi: sì al maneggio come opportunità sociale, no alle possibilità di speculazione edilizia. Chiediamo alla Giunta e al Consiglio comunale di trasformare una possibile opportunità in un progetto davvero utile per la comunità, con vincoli che tutelino il territorio, il paesaggio e i diritti dei cittadini.

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