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Sondaggio o alibi? Quando l’inerzia si traveste da ascolto.

  • Immagine del redattore: Martina Margoni
    Martina Margoni
  • 25 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 5 lug

Trento, 24 giugno 2025 – Oggi il quotidiano l’Adige dà notizia di un sondaggio promosso dal Comune di Trento in collaborazione con l’Università, per raccogliere opinioni sulla vivibilità del centro storico e sullo stato del commercio cittadino. L’iniziativa nasce con l’intento dichiarato di “individuare soluzioni concrete e restituire al centro la vitalità economica”.

Come Generazione Trento, accogliamo con favore ogni iniziativa di miglioramento. Ma alcune domande sorgono spontanee: perché solo ora?


Situazione critica da anni. Ma il Comune è rimasto fermo.

Il calo dell’attrattività del centro e l’aumento dei negozi sfitti non sono novità dell’ultima settimana. Eppure, in questi anni, l’amministrazione comunale non ha mai lanciato una strategia credibile o un progetto serio per invertire la rotta.


La sicurezza relegata all’ultima domanda.

Nel sondaggio, il tema della sicurezza urbana, cruciale per commercianti e clienti, è affrontato solo all’ultimo dei 32 quesiti. Un dettaglio? Noi pensiamo di no, a nostro avviso il sondaggio avrebbe dovuto dedicare molta più attenzione nel cercare di capire quanto i consumatori siano influenzati negativamente dall’emergenza sicurezza in città.

In un momento storico in cui Trento affronta episodi ricorrenti di degrado, spaccio e furti, la sicurezza è una precondizione per la rinascita economica del centro storico. I commercianti colpiti da spaccate settimanali non possono più permettersi l’indifferenza delle istituzioni.


Il Comune guarda all’e-commerce… ma può davvero farci qualcosa?

Sorprende poi che oltre il 30% delle domande del sondaggio riguardi il commercio online (nelle domande stesse o nelle risposte selezionabili). Certo, Amazon e le piattaforme digitali hanno cambiato il mercato, ma questi fenomeni sono globali, fuori dalla portata dell’azione amministrativa locale. Sarebbe più utile concentrarsi e investigare nei campi in cui il Comune può operare: migliorare la sicurezza, la vivibilità urbana, la mobilità e il supporto concreto alle attività locali.


Ennesimo “scaricabarile” in vista?

Speriamo che, alla presentazione dei risultati, l’amministrazione non ceda alla solita retorica dello “scaricabarile”. Già in passato abbiamo visto l’ente lavarsene le mani su temi come il bypass ferroviario o la sicurezza urbana, definendoli problemi “di altri livelli istituzionali”.

Ci chiediamo: accadrà lo stesso con il commercio? Si dirà che il declino è colpa dell’e-commerce o del cambiamento delle abitudini dei consumatori, senza assumersi responsabilità?


Oppure si avrà finalmente il coraggio di riconoscere gli errori, ascoltare chi lavora ogni giorno nel cuore della città e costruire con loro una visione concreta per rilanciare Trento?


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